Comunicare per…

Archive for Maggio 24th, 2010

Avendo trattato le OER ho deciso di pubblicare il seguente articolo tratto sempre dalla mia tesi “Tech&School. Come si comunica l’innovazione in relazione alle nuove tecnologie”, effettuata per il conseguimento del Master in”Digital Writing” nel 2006.

Lo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha avuto significative ripercussioni anche sulle modalità di apprendimento, stimolando la formazione di nuove risorse didattiche. Le risorse digitali costituiscono un sussidio della didattica alternativo ai vecchi metodi di insegnamento. Possono rappresentare oggetti didattici digitali di piccole dimensioni e durata che integrano e completano le nozioni apprese in aula. Possono essere utilizzati dai docenti e dagli studenti in modo indipendente, senza sequenza predefinita ed essere aggregati in percorsi di apprendimento personalizzabili per ogni singolo studente.

Presentano delle caratteristiche:

  • multimedialità;
  • flessibilità;
  • collaborazione.

Risorse digitali per la geografia

Google Earth e Worldmapper[1], sono risorse Internet già molto diffuse e utilizzate da un vasto pubblico, ed è possibile un loro utilizzo in ambito didattico, in particolare per l’insegnamento della geografia.

Google Earth è un mappamondo virtuale, che utilizza i dati satellitari, mappe aeree e un modello topografico della Terra rilevato nel 2000 dallo Shuttle nella missione Srtm, permette la visualizzazione dei dettagli come le montagne. Ciò che si vede non è “in diretta”, deriva dalla sovrapposizione di immagini statiche tratte da più fonti. A differenza di un normale mappamondo, è possibile eseguire uno zoom su qualsiasi pianeta, arrivando a vedere le strade delle principali città, i fiumi, i laghi, ecc. La risoluzione è in generale di circa 15 m, ma arriva anche a 15 cm. È una tecnologia gratuita che consente di esplorare la terra dall’alto. Il software combina insieme immagini scattate negli ultimi tre anni da satelliti e da aerei, arrivando a coprire con diversi gradi di dettaglio tutte le aree del nostro pianeta. L’impatto iniziale con il software è d’effetto: accedere a Google Earth coincide, graficamente, con l’arrivare verso la terra da un punto esterno, posto nello spazio.

L’utente ha la possibilità di osservare il pianeta da una distanza di cautela o di immergersi senza esitazione nelle terre abitate e negli oceani. Avvicinandosi alla superficie terrestre i dettagli aumentano. L’interfaccia consente di muoversi in modo abbastanza intuitivo sulla terra; di ruotare la mappa e di riportare il nord geografico nella parte alta dello schermo; di modificare l’angolazione con cui si guarda il territorio e di ripristinare quella di default, in cui il punto di vista è verticale rispetto alla superficie; di calcolare la distanza tra due o più punti. È possibile creare un archivio organizzato in cartelle e sottocartelle in cui inserire i luoghi di interesse personale, arricchiti da commenti. Un’icona a forma di puntina posta sul mappamondo consentirà di ritrovarli velocemente. Le informazioni inserite potranno essere condivise con altri utenti. Tra le funzioni offerte c’è, la sovrapposizione di immagini (overlay), che consente di sovrapporre fotografie e modelli tridimensionali a quanto normalmente visualizzato. A questo proposito, Google Earth da pochi mesi ha reso disponibile il software Google SketchUp[2], un programma di modellizzazione in 3D.

Worldmapper

Worldmapper[3] è un progetto condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Sheffield e dell’Università del Michigan. Il sito del progetto consente di scaricare gratuitamente una vasta collezione di cartogrammi, unitamente ai dati da cui sono stati generati. I cartogrammi sono mappe il cui scopo è “di mettere in evidenza l’aspetto spaziale dei fatti statistici” (Mori, 1990: 171) e in cui le dimensioni delle regioni geografiche appaiono in proporzione a una specifica proprietà.

Esperienza con Google Earth e Worldmapper

Le esperienze più corpose sono state condotte negli Stati Uniti con studenti di età maggiore rispetto a quella della scuola secondaria di I grado, e coinvolgono discipline legate allo studio della terra, della geografia e della geologia, dell’urbanistica e delle simulazioni finalizzate alla tutela del territorio e all’incolumità della popolazione in caso di catastrofi.

L’esperienza di uso didattico di Google Earth è stata effettua con classi della scuola secondaria di I grado. Gli alunni si sono mostrati molto interessati, sono stati lasciati liberi di navigare, per poterli osservare.

Nella prima parte dell’esplorazione i ragazzi si sono mostrati meravigliati e stupiti, hanno visitano i loro spazi di vita (dalla casa alla scuola, dal campo da calcio ai luoghi di ritrovo, ecc.)

Nella seconda fase alcuni alunni hanno iniziato ad allontanarsi, prima in cerca di percorsi contenenti tracce di familiarità (le piste della Formula 1 sparse per la terra, la città dei cantanti preferiti, la meta delle future vacanze, ecc.), poi nei territori sconosciuti lasciandosi catturare dalla curiosità e dal gusto della navigazione.

A questa navigazione libera e non strutturata, l’insegnate di geografia ha integrato alcune lezioni con un videoproiettore proponendo:

  • visualizzazione dei luoghi in cui si sono svolti importanti eventi in determinati  periodi storici;
  • descrizione di paesaggi, città e terreni ponendo attenzione ai confini tra gli stati.

Altre sono state svolte nell’aula di informatica:

  • ricerche personali relative ai tragitti più frequenti compiuti dai vari alunni;
  • caccia al tesoro per il mondo, utilizzando suggerimenti basati sulla posizione assoluta, sulle distanze da un punto preciso e sulle conoscenze acquisite nell’ambito delle altre discipline;
  • organizzazione di viaggi sulle tracce dei grandi viaggiatori del passato;
  • calcolo del percorso dei prodotti e delle merci per giungere dai paesi produttori a quelli consumatori.

Per quanto riguarda Worldmapper l’uso in classe è stato di integrazione alle attività in cui venivano utilizzate tabelle contenenti dati quantitativi sui fenomeni del mondo. Anche in questo caso, come accaduto con Google Earth, la prima sensazione manifestata dagli alunni è stata di stupore e meraviglia, a tratti quasi di sconcerto: molti credevano si trattasse di disegni artistici, gradevoli esteticamente. Alcuni hanno ipotizzato che si trattasse di provocazioni volte a riflettere sullo stato del pianeta, altri di presa in giro e ridicolizzazione delle mappe tradizionali.

Le risorse offerte dalla rete hanno un forte impatto sulla percezione e sull’interpretazione, sulla comprensione dei fatti spaziali e dell’uomo. Gli alunni in questione sono stati affascinati e colpiti dalla ricchezza tecnologica a loro disposizione. Questo è un vantaggio che può agire sui fattori di motivazione e auto-regolazione dell’apprendimento.

Google Earth e Worldmapper sono risorse recenti, in fase di miglioramento e implementazione, non nate specificamente per la didattica. Il loro utilizzo in ambito didattico è ancora da scoprire.



[1] Tratto da “Tecnologia e scuola secondaria di I grado. Risorse per orientarsi e disorientarsi: Google Earthe Worldmapper” , di Manuela Delfino, ITD – CNR. Newsletter per la formazione in rete, Erikson.it, http://www.formare.erickson.it/archivio/settembre_06/5_DELFINO.html

[2] http://sketchup.google.com/

[3] http://www.sasi.group.shef.ac.uk/worldmapper/

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Questo blog è nato con un scopo prettamente “didattico”, ma ad oggi che il percorso didattico-formativo sta per giungere alla fine, nel senso che a breve ci sarà l’appello, posso dire che la voglia di continuare questa esperienza da “blogger” è tanta.  Sono molto soddisfatta di questa esperienza dove il fare e il pensare son venuti in maniera del tutto naturale e spontanea. Ho avuto modo di sperimentare personalmente la validità di questo strumento all’interno di un corso universitario. Mi rendo conto che questa esperienza formativa mi ha permesso di migliorare la mia capacità comunicativa e condividere pensieri e riflessioni. Ho apprezzato molto questo approccio alla materia, un sistema aperto e mutabile, una blogo-classe  in cui il Prof. Formiconi è “sceso” dalla sua cattedra ponendosi come un facilitatore e una guida della comunicazione spontanea degli studenti che finalmente sono “attori attivi e produttivi” di qualcosa di concreto. Complimenti al Professore!!!


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